venerdì 10 settembre 2010

Riflessioni sul Consiglio Comunale del 7 settembre 2010

Si è consumato nel consiglio comunale del 7 settembre 2010 un grave attentato alla democrazia, e il punto all’ordine del giorno sull’adeguamento dello statuto comunale ai sensi del D. Lgs. 267/2000 e successive modificazioni ed integrazioni ne è la dimostrazione.

Dopo 19 anni di attesa per le modifiche allo Statuto, in tre giorni hanno provato a fare di tutto, in fretta e in modo maldestro, nel tentativo di nascondere la verità sulle reali ragioni che hanno portato in Consiglio Comunale la discussione nel merito.

Nessun coinvolgimento dei Consiglieri dell’opposizione. E neanche di molti della maggioranza.

Nessun coinvolgimento delle Commissioni consiliari (al momento non ancora formate) né della Conferenza dei Capigruppo, prevista dallo stesso Regolamento Comunale.

Nessun coinvolgimento delle associazioni o gruppi organizzati della società civile.

Nessuna cortesia istituzionale né politica.

Tutto ciò ha comportato una discussione frettolosa, infarcita da prevaricazione, argomentazioni fragili, divisioni e crepe fra la stessa maggioranza, e soprattutto la disponibilità di una proposta con numerose criticità messe in evidenza da tutti. I tentativi della opposizione volti a migliorare il documento, non hanno avuto esito positivo per avere uno strumento almeno adeguato ai nostri giorni.

Il documento proposto parla ancora di Comunità Montana non più esistente, di difensore civico non più comunale ma provinciale, insomma un atto incompleto, non adeguato, con numerose criticità, non implementato delle numerose iniziative migliorative.

In conclusione l’ ordine del giorno sullo Statuto e la fretta sulla sua adozione nascondono:

  • La maggioranza non ha i numeri per raggiungere il minimo dei voti necessari per l’adozione del punto. Questo primo passaggio in Consiglio Comunale era necessario per arrivare alla prossima seduta quando saranno sufficienti 21 voti per l’adozione dello Statuto.
  • Come previsto e verificato nel corso degli ultimi due anni della consiliatura precedente, vogliono andare per la loro strada senza neanche il coinvolgimento ed il gradimento della stessa maggioranza, ed infatti già allora abusavano dell’istituto della seconda convocazione per approvare qualsiasi delibera con i 14 voti minimi anziché 28 ed ora con soli 21 voti (neanche tutta la fresca maggioranza) e mortificando i dissidenti e l’opposizione, anche quando su certi argomenti sarebbe necessaria la più larga condivisione politica.
  • Lo statuto indica in particolare una proposta per garantire una sanatoria sulla scelta del Presidente del Consiglio, dunque ad personam, di cui si lamentano tanto quando questo accade per altri.
  • Il documento dispone che il Sindaco possa decidere per l’ampliamento della giunta, favorendo così la possibilità di adeguarsi in termini di spesa della politica a comuni poco virtuosi. Sarebbe stato meglio andare verso una direzione di parsimonia, riducendo il numero degli assessori così come lasciato intendere attraverso le promesse elettorali.

I poveri della Città e Nuoro possono aspettare, in attesa che si completino, attraverso modi, strumenti e forme che con la democrazia non hanno nulla a che fare, e nascondendo le reali intenzioni che al momento non preannunciano niente di nuovo né di buono.

La Segretaria Politica e i Consiglieri Comunali de “ la Città in Comune “